sabato 1 febbraio 2014

L'ex sede Nato da usare e conservare


Dal giorno della festa rock avvenuta lo scorso dicembre con Eduardo Bennato, e le immancabili bancarelle, tarantella, giochi e quant’altro, la sede ex Nato di Bagnoli è tornata a Napoli: la base militare si è infatti trasferita al lago patria riconsegnando alla città, in buona manutenzione e conservazione,  un suo sconosciuto  gioiello.
Il futuro dell’ex base, stando alle parole del sindaco è nelle mani delle associazioni e dei volontari del quartiere che in assemblee pubbliche dovranno decidere quale sarà il futuro della cittadella. L’idea della giunta è di creare una “cittadella smart ecosostenibile per i giovani” che verrà confrontata con le proposte democratiche elaborate dalle organizzazione territoriali  dei cittadini.
Lasciando cadere il retorico frasario politico in uso nelle cerimonie pubbliche a uso dei  media  , e  concedendo la buona fede al sindaco, si può riconoscere oltre la vacuità degli slogans,  un certo dilettantesco  desiderio  di  bene pubblico, che Bagnolifutura non è riuscita  però ad assicurare al quartiere da oltre vent'anni. Ma, anche a noi interesserebbe  sapere cosa succederà alla ex sede Nato.
Il proprietario della sede Nato, ex Collegio Costanzo Ciano, è la Fondazione Banco di Napoli che è alla ricerca di un soggetto pubblico o privato in grado di rilevare in parte o in tutto il complesso del Collegio per continuare ad investire i ricavi nella meritoria opera di assistenza all’infanzia bisognosa  della Campania.
Realizzato nel 1939 insieme alla Mostra d’Oltremare come collegio per formare la gioventù fascista, il Collegio Ciano, è stato dotato di tutte le attrezzature per svolgere le funzioni didattiche e recettive proprie di un vero “college” per migliaia di giovani con aule, dormitori, chiesa, teatro, parco sportivo, piscina club, ecc. Un vero campus che la trasformazione terziaria, come comando militare, fatta dalla Nato nel dopoguerra, ha perfettamente utilizzato fino all’anno scorso senza eccessive manomissioni.
 La tanto attesa liberazione della sede Nato  da scopi militari riconsegna  quindi ad usi civili un bene prezioso, un complesso architettonico ed urbanistico di invidiabile qualità , fortunatamente giunto a noi quasi intatto.  
Il Collegio Ciano, la Mostra d’Oltremare, il viale Augusto ed il viale giochi del Mediterraneo  costituiscono in realtà un unitario complesso urbano del primo novecento italiano che la città politica e culturale non deve disperdere ma anzi  impegnarsi a riqualificare.  Oltre al Collegio anche il viale giochi del Mediterraneo ha urgente bisogno di una chiara funzione e leggera riqualificazione che ne metta in risalto la qualità paesistica del progetto previsto fin dal Piano di Risanamento del 1937.   
Sosteneva Giuseppe Pagano nel 1940, che il viale anelava a raggiungere il mare , aprendo cosi l’area oltre l’Ilva-Italsider, verso il golfo.
Troppo tempo è passato da allora ma certe opportunità forse non sono del tutto perse.
L’ilva-italsider non c’è più, e un collegamento con Bagnolifutura non è impossibile; intanto, nell’immediato, si potrebbe ridisegnare il viale, liberandolo da occupazioni edilizie abusive e togliendo gli orribili cancelli della Nato che l’hanno troncato di netto.
Al tempo della giunta Iervolino e dell’assessore Belfiore furono portati avanti propositi e iniziative per convogliare quella che sembrava un’occasione internazionale per Napoli, “il Forum delle culture” proprio in quest’area e in questo complesso. Sappiamo tutti com’è andata a finire; ma il compito culturale e politico di non frammentare e svilire il complesso razionalista del Collegio Ciano tassello spetta alla città tutta.
Un reinserimento a pieno titolo del complesso nello spazio pubblico della città richiederà anche nuove destinazioni d’uso e adeguamenti degli edifici e dello spazio verde che toccherà alla Soprintendenza valutare nelle compatibilità architettoniche perché il bene è vincolato essendo stato realizzato più di settant’anni or sono.
Ma  è sulle compatibilità   o incompatibilità   funzionali che si vuole insistere ora perché le scelte  funzionali  in corso  oggi  determineranno   conseguenze   di cui  poi non sarà  facile maneggiare o ridurre l’impatto.
L’autore del progetto, l’ing. Francesco  Silvestri, l’aveva pensato come un campus residenziale attrezzato, dove studiare e vivere, caratterizzato da grande adattabilità come dimostra l’uso terziario fatto con facilità dalla Nato. Si potrebbe pensare quindi a destinazioni d’uso come complesso universitario, sede regionale, o addirittura come outlet commerciale. In sostanza a destinazioni che sembrano adatte a conservare questa severa e ordinata cittadella del novecento, senza incorrere in pericolosi smembramenti.  
In un momento di grande attenzione alla “spending review” un ente come la regione, che ha sedi sparse per la città, potrebbe utilmente scegliere di concentrarle in questo luogo. Sarebbe una scelta controcorrente rispetto alle altre regioni italiane. A Torino e Milano, le sedi regionali  infatti vengono progettate in  nuovi grattacieli in periferia mentre Napoli potrebbe, con sapienza e fantasia,  utilizzare  come sede regionale un modello orizzontale.  
( Repubblica Napoli 28.1.2014)






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