La nuova Piazza Garibaldi: si può fare meglio
La recente inaugurazione della bella stazione
Metro di piazza Garibaldi ha portato un incremento notevole della mobilità
urbana, ora finalmente collegata, almeno in superficie, con la stazione ferroviaria. I lavori continuano e non appena saranno
terminati, sarà anche eliminato, con un collegamento sotterraneo, il selvaggio scontro
obbligato tra pedoni e auto che accade in superficie dove nemmeno un semaforo da
ordine ai flussi. Ma l’apertura della nuova stazione Metro reclama altri
interventi per assicurare alla intera
rete intermodale il suo benefico effetto.
Si sente più che mai l’urgenza non solo del collegamento con l’aeroporto
di Capodichino che farebbe balzare Napoli a livello di competitività con le
altre grandi città italiane; ma anche del completamento dei lavori alla piazza,
vero hub urbano, che non appare cosi
imminente. Si tratta certamente di una sfida imponente che il Comune ha assunto
col progetto di riqualificazione della piazza: una grande rotatoria per auto che
diverrà lo snodo centrale della mobilità cittadina.
I ritardi accumulati nei lavori ed i
disagi provocati alla cittadinanza dalla occupazione della piazza, da parte del
cantiere, datano ormai diversi anni e ci
piacerebbe sapere quando la piazza sarà liberata e riqualificata. E’ chiaro che
sacrifici sono ancora necessari per un risultato giustamente ambizioso che innalzerà
di molto la vivibilità urbana e la mobilità dell’area metropolitana, ma non per
altri tre anni.
La scommessa della riqualificazione sarà
vincente solo se comporterà non solo la rigenerazione del luogo fisico ma anche
quella sociale con controlli e vigilanza
per garantire migliore sicurezza ai cittadini.
Il progetto della nuova
piazza Garibaldi è il più impegnativo progetto di riqualificazione urbana
collegato alle nuove stazioni del Metrò che il Comune sta portando avanti. Esso
cerca di dare un contenuto allo spazio lasciato vuoto dalla demolizione negli
anni cinquanta dell’ottocentesca stazione progettata da Breglia che ne occupava
il centro. L’attuale stazione, realizzata nel 1959 su progetto di Nervi,
Vaccaro, Piccinato, Cocchia e altri, fu costruita saggiamente arretrata
rispetto alla vecchia e con una bassa pensilina per non ostacolare l’unica cosa
bella della piazza: la vista del Vesuvio.
Il progetto attuale
redatto dal francese Domenique Perrault riempie il grande vuoto di quattro
ettari con la costruzione di un’imponente galleria commerciale su quasi metà
piazza mentre sull’altra metà sono previsti giardini, spazi per accesso alla stazione
metro delle FF.SS., attrezzature sportive di quartiere, aree di sosta e
parcheggio interrato.
La galleria commerciale,
destinazione ormai naturale per il mezzanino delle stazioni Metro, è stata portata
in superficie bucando la piazza, ed è stata coperta con un’imponente struttura
di alberi di acciaio che sostengono esili tende da ombra. Va detto subito che da
un intervento pubblico ci si aspetterebbe qualcosa di diverso da una galleria
commerciale in un luogo già denso di simili attività. Ci si aspetterebbe, e in particolare a piazza
Garibaldi, incremento di verde e spazio per attività culturali e per
spettacoli, che da sole potrebbero migliorare la qualità della rigenerazione
anche sociale della piazza stessa.
Inoltre una galleria
commerciale scoperta in una città piovosa come Napoli non appare certo adatta allo scopo di creare un luogo
attrattivo. Anche un piccolo bar, a Napoli, se mette all’esterno sedie e tavoli
cerca di proteggerli con tende impermeabili.
Credo che sia chiaro a
molti che la scelta di bucare le piazze da parte della Metro, non è una scelta
che favorisce né la circolazione ipogea né lo spazio collettivo.
A piazza S. M. degli
Angeli e a piazza N. Amore, le nuove costruzioni della Metro ingombrano inutilmente
i luoghi storici; a piazza Garibaldi, in assenza di storicità significativa, si costruisce una struttura da ombra , un pergolato
grande quasi quanto due campi di calcio,
che ha un impatto visivo, ma paradossalmente
non la funzione, di una
costruzione di circa 70.000 mc.
Colpisce che
l’architetto francese Perrault non abbia tenuto in nessun conto ciò che succede
a Parigi dove al Forum des Halles, che in grande assomiglia a quello che stiamo
facendo in piccolo a piazza Garibaldi, si è deciso, dopo quarant’anni
dall’apertura di un enorme buco scoperto, di riprogettare il luogo con maggior
verde e con una nuova immensa copertura vetrata.
Spero che possiamo
trarre vantaggio dall’esperienza francese in minor tempo di quanto abbiano
fatto i nostri cugini, magari dotando la
piazza di maggiore verde (attualmente sono stati già eliminati campo di calcetto e campo di
basket) e , se proprio è necessario mantenere il buco della galleria commerciale, coprirlo senza chiuderlo con
ampie vetrate poggiate sulla muscolosa
struttura in acciaio in corso di
costruzione.
(Repubblica Napoli 25.2.2014)