Il governo continua a sottovalutare i temi sociali
impegnato come è da altre e più decisive questioni generali che interessano il
paese. Ma trascurando i temi sociali si trascurano tra l’altro i ceti poveri e
i ceti medio bassi che arrancano nella vita quotidiana. È come se le difficoltà
della parte disagiata della popolazione non trovassero mai una speranza di
soluzione, un futuro possibile, aperto e positivo. Per la verità il senso del
futuro sta cambiando significato e inoltre sta cambiando anche
l’interpretazione degli eventi storici:
come se storia e futuro fossero diventati temi difficili da pensare o da ripensare.
In particolare, il futuro è diventato un tempo
difficile da immaginare e ancor di più da credere. Sostiene lo storico
Francesco Benigno (Repubblica, 3.9.2024) che il futuro è come se si fosse eclissato, infatti compare
molto poco nei discorsi sull’oggi. Il futuro è diventato sempre più imprevedibile
ed inoltre è ammantato da un’aura
catastrofica. L’imprevedibilità del futuro si lega anche, come sostiene Wim
Venders, ad una perdita di senso della
storia (Torre di Babele, intervista TV di C. Augias, 16.9.2024). La storia
viene considerata come se non avesse un valore scientifico , come se non fosse una scienza ma fosse diventata semplicemente
una interpretazione possibile basata su criteri identitari, una riflessione spesso
interessata che i governi di destra si incaricano di propagandare . Ma è proprio lo sbriciolamento della storia,
la mancanza di un racconto condiviso che
ci impedisce di avere una visione di futuro non negativa ma gioiosa che ci
spinga ad andare avanti. Per molti
settori sociali il futuro è ancora considerato un immaginare miglioramenti
possibili, un pensare cambiamenti speranzosi delle proprie
condizioni di vita attuali. Ritenere il futuro in crisi significa essere
costretti a guardare indietro, a rivalutare solo il passato che abbiamo avuto.
Un passato che si presenta diverso, come un periodo ripensato e forse accomodato alle esigenze attuali, come
un passato privo di critica.
Il futuro è
stato il luogo abitato dalle persone disagiate, un luogo animato da possibili
cambiamenti e praticato dalla sinistra
politica, mentre la destra politica
ha riguardato e anche rivalutato il passato. È proprio da questo cambiamento
di sentimenti che vengono rivalutati i beni privati e trascurati i beni
pubblici come se non avesse più senso una visione progressiva del mondo.
Lasciando da parte futuro e storia e ritornando al
tema sociale emerge con evidenza un aumento della divaricazione delle
disuguaglianze che priva le classi lavoratrici e i ceti medio bassi
dell’accesso a quei diritti basilari come
case, scuole e ospedali che sono
la base dei diritti di libertà della popolazione e per i quali aumenta la voglia di riappropriazione ( V. Spini,
Repubblica , 29.8.2024). La
nostra costituzione ha messo al centro del suo scritto la persona e alla
considerazione della persona deve essere legata la capacità di assicurare il godimento dei diritti di libertà.
Purtroppo oggi le diseguaglianze sono per molti aspetti insostenibili e
bloccano qualsiasi pensiero sull’avvenire.
Sergio Stenri
Repubblica 25 sett. 2024