La riqualificazione delle periferie
18 Milioni sono la posta
in gioco per i capoluoghi. Napoli può ottenerla se presenta
progetti di convincente qualità al bando nazionale previsto dal
Piano per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie
2016 che scade a fine agosto. Sono 500 milioni in tutto, non molto
per le nostre disastrate periferie, ma quanto basta per stimolare un
processo virtuoso di miglioramenti.
Non sono previsti nuovi
quartieri, solo riqualificazione dell’esistente, dello spazio
collettivo , delle infrastrutture, con incentivi per la
partecipazione dei privati .
Molte città hanno fatto,
a loro volta, bandi per invogliare privati ed Enti alla
partecipazione ai progetti, Torino, Taranto, Bari, per esempio,
sollecitando anche le Circoscrizioni; vogliono acquisire e vagliare
un maggior numero di proposte, rispetto a quelle sicuramente esigue,
data la richiesta di esecutività ai progetti in loro possesso, per
avere quindi più chances nella gara.
La Presidenza del
Consiglio si è impegnata a concludere tutto, comprese le convenzioni
con i Comuni vincitori, entro 120 giorni. Rispetto ai tempi storici
della burocrazia -sei/sette anni tra bando ed erogazione dei fondi-
sarebbe un vero miracolo.
Per la verità non sono
tempi di grandi progetti per la periferia e quelli previsti dal Piano
2016 non sono progetti forti, risolutivi del degrado di quella
pessima stagione italiana dei “grandi quartieri pubblici”
iniziata intorno al 1970 che unì demagogia politica a
irresponsabilità degli architetti. I provvedimenti di oggi appaiono
più come piccoli passi di un nuovo interesse che potrebbe però
migliorare il quotidiano abitare in periferia.
Sulla scia infatti del
pensiero debole, del rammendo della periferia cioè, teorizzato da
Renzo Piano, questi tipi di progetti avranno senso solo se inseriti
in un processo di riqualificazione comunale già avviato e ben
chiaro nelle sue varie tappe, altrimenti saranno piccoli passi che
presto andranno perduti.
Quello che ancora manca
alla politica sulle periferie, oltre a maggiori finanziamenti, è un
piano sociale di accompagnamento agli interventi di riqualificazione
con creazione di uffici e strutture pubbliche di incentivazione alla
partecipazione degli abitanti e alle relazioni con la crescente
presenza degli immigrati.
Esempi europei in tal
senso non mancano; quello di Gropiusstadt, sobborgo di 70.000
abitanti vicino a Berlino, ha dimostrato per esempio un certo
successo.
La realizzazione dei
progetti finanziati dal Piano 2016 dovrà misurarsi con la nuova
legge che regola i lavori pubblici e che ha sostituito la legge
Merloni. Il Codice degli appalti prevede decisivi cambiamenti nelle
procedure per limitare le disfunzioni tradizionali: appalti con
progetti sommari e non esecutivi, allungamento incontrollato dei
tempi e dei costi, illegalità non trascurabile nei rapporti tra
pubblico e privato.
In sintesi le novità
introdotte riguardano la vigilanza da parte dell’ANAC, le gare
bandite solo con progetti esecutivi di architettura, e l’assegnazione
degli appalti non sull’offerta economica più bassa ma sulla
qualità del progetto proposto.
Come si vede le modifiche
non sono di poco conto, soprattutto la nuova qualità richiesta della
progettazione unitamente alla certificata qualità delle stazioni che
bandiscono le gare, sta ritardando molte opere pubbliche. Dopo circa
trenta anni dalla legge Merloni, il nuovo Codice degli Appalti non
consente più che siano bandite gare con progetti
sommari che venivano poi sviluppati in progetti esecutivi dalle
stesse Imprese vincitrici.
Ci vorrà un periodo di
messa a punto delle nuove procedure per guadagnare i vantaggi
promessi; ma la riqualificazione delle periferie, che sta appena
iniziando, ha un bisogno estremo di qualità degli interventi che la
nuova legge sugli appalti potrà meglio garantire.
(Repubblica napoli 23.8.2016)
Lettera al Direttore
Voglio
ringraziare Antonio Memoli per le informazioni date nella sua lettera a
Repubblica del 13.9. circa il destino delle Vele a Scampia.
Per noi
cittadini non è facile reperire informazioni pubbliche sulle iniziative del
Comune , esse sono molto carenti e rare, anzi sembrano veramente soggiacere ai criteri di “operazioni coperte”.
Ho cosi
appreso che le decisioni prevedono l’abbattimento di tre Vele e il recupero di
una Vela e che questa ultima decisione,
ha solo un progetto di fattibilità approvato l’ultimo giorno utile per
partecipare al bando nazionale del Piano delle Periferie 2016. Ho anche appreso
che il Comune dovrà indire una gara pubblica per la redazione del progetto
definitivo da aversi entro il prossimo 30 ottobre.
Come scrivevo a proposito
del Piano delle Periferie il 23.8, spero
che il Comune presenti un progetto di convincente qualità scegliendo tra i
partecipanti alla gara di progettazione
quello che più può incontrare i criteri del bando
(Repubblica napoli 15.9.2016)