domenica 25 settembre 2016

La riqualificazione delle periferie

18 Milioni sono la posta in gioco per i capoluoghi. Napoli può ottenerla se presenta progetti di convincente qualità al bando nazionale previsto dal Piano per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie 2016 che scade a fine agosto. Sono 500 milioni in tutto, non molto per le nostre disastrate periferie, ma quanto basta per stimolare un processo virtuoso di miglioramenti.
Non sono previsti nuovi quartieri, solo riqualificazione dell’esistente, dello spazio collettivo , delle infrastrutture, con incentivi per la partecipazione dei privati .
Molte città hanno fatto, a loro volta, bandi per invogliare privati ed Enti alla partecipazione ai progetti, Torino, Taranto, Bari, per esempio, sollecitando anche le Circoscrizioni; vogliono acquisire e vagliare un maggior numero di proposte, rispetto a quelle sicuramente esigue, data la richiesta di esecutività ai progetti in loro possesso, per avere quindi più chances nella gara.
La Presidenza del Consiglio si è impegnata a concludere tutto, comprese le convenzioni con i Comuni vincitori, entro 120 giorni. Rispetto ai tempi storici della burocrazia -sei/sette anni tra bando ed erogazione dei fondi- sarebbe un vero miracolo.
Per la verità non sono tempi di grandi progetti per la periferia e quelli previsti dal Piano 2016 non sono progetti forti, risolutivi del degrado di quella pessima stagione italiana dei “grandi quartieri pubblici” iniziata intorno al 1970 che unì demagogia politica a irresponsabilità degli architetti. I provvedimenti di oggi appaiono più come piccoli passi di un nuovo interesse che potrebbe però migliorare il quotidiano abitare in periferia.
Sulla scia infatti del pensiero debole, del rammendo della periferia cioè, teorizzato da Renzo Piano, questi tipi di progetti avranno senso solo se inseriti in un processo di riqualificazione comunale già avviato e ben chiaro nelle sue varie tappe, altrimenti saranno piccoli passi che presto andranno perduti.
Quello che ancora manca alla politica sulle periferie, oltre a maggiori finanziamenti, è un piano sociale di accompagnamento agli interventi di riqualificazione con creazione di uffici e strutture pubbliche di incentivazione alla partecipazione degli abitanti e alle relazioni con la crescente presenza degli immigrati.
Esempi europei in tal senso non mancano; quello di Gropiusstadt, sobborgo di 70.000 abitanti vicino a Berlino, ha dimostrato per esempio un certo successo.
La realizzazione dei progetti finanziati dal Piano 2016 dovrà misurarsi con la nuova legge che regola i lavori pubblici e che ha sostituito la legge Merloni. Il Codice degli appalti prevede decisivi cambiamenti nelle procedure per limitare le disfunzioni tradizionali: appalti con progetti sommari e non esecutivi, allungamento incontrollato dei tempi e dei costi, illegalità non trascurabile nei rapporti tra pubblico e privato.
In sintesi le novità introdotte riguardano la vigilanza da parte dell’ANAC, le gare bandite solo con progetti esecutivi di architettura, e l’assegnazione degli appalti non sull’offerta economica più bassa ma sulla qualità del progetto proposto.
Come si vede le modifiche non sono di poco conto, soprattutto la nuova qualità richiesta della progettazione unitamente alla certificata qualità delle stazioni che bandiscono le gare, sta ritardando molte opere pubbliche. Dopo circa trenta anni dalla legge Merloni, il nuovo Codice degli Appalti non consente più che siano bandite gare con progetti sommari che venivano poi sviluppati in progetti esecutivi dalle stesse Imprese vincitrici.

Ci vorrà un periodo di messa a punto delle nuove procedure per guadagnare i vantaggi promessi; ma la riqualificazione delle periferie, che sta appena iniziando, ha un bisogno estremo di qualità degli interventi che la nuova legge sugli appalti potrà meglio garantire.
(Repubblica napoli 23.8.2016)

Lettera al Direttore

Voglio ringraziare Antonio Memoli per le informazioni date nella sua lettera a Repubblica del 13.9. circa il destino delle Vele a Scampia.
Per noi cittadini non è facile reperire informazioni pubbliche sulle iniziative del Comune , esse sono molto carenti e rare, anzi sembrano veramente  soggiacere ai criteri di  “operazioni coperte”.
Ho cosi appreso che le decisioni prevedono l’abbattimento di tre Vele e il recupero di una Vela e che questa ultima decisione,  ha solo un progetto di fattibilità approvato l’ultimo giorno utile per partecipare al bando nazionale del Piano delle Periferie 2016. Ho anche appreso che il Comune dovrà indire una gara pubblica per la redazione del progetto definitivo da aversi entro il prossimo 30 ottobre.
Come scrivevo a proposito del Piano delle Periferie  il 23.8, spero che il Comune presenti un progetto di convincente qualità scegliendo tra i partecipanti alla gara di progettazione  quello che più può incontrare i criteri del bando
(Repubblica napoli 15.9.2016)