sabato 6 agosto 2011

L’altra metà del Forum delle culture, Napoli 2013

Che l’attenzione  sulle trasformazioni attuali sia tutta concentrata sul Centro storico e sulla scelta su cosa restaurare ed entro quanto tempo  mi pare  giusto data  l’importanza  culturale che esso ha per la nostra città, ma questo interesse non deve far dimenticare un'altra simile questione.  Il Forum  mondiale delle culture 2013 ha infatti due gambe: il Centro storico e la Mostra d’Oltremare, e in questa altra parte di Napoli  i restauri  hanno  uguale urgenza e direi uguale importanza di quelli  nel centro storico.
L’obiettivo dichiarato della politica Comunale e Regionale  è approntare un pacchetto  congruente di opere,  non solo di restauro,  che presentino al meglio la città al Forum 2013, e che nel contempo rappresentino un significativo contributo allo sviluppo economico di Napoli  attraverso la  valorizzazione dei valori urbani  e paesistici che questa città possiede.  Il troppo tempo trascorso fino ad oggi mette in seria difficoltà il raggiungimento di tali obiettivi pratici entro una data cosi vicina (mancano 600 giorni al Forum)  rimandando i risultati  a tempi che appare difficile anche contenere entro il 2015 ( scadenza finanziamenti Bruxelles). Nessun esempio  europeo ci è stato di aiuto. Marsiglia, capitale europea della cultura 2013 ha uno stesso processo in corso e,  dopo molte polemiche, i lavori urbani previsti e concentrati sul porto vecchio e sul lungomare sono in fase avanzata.
Da noi la politica  ha  rimandato  decisioni  ma ora  l’urgenza  dovrebbe  far superare rapidamente ogni ostacolo per avviare  un piano di restauri di edifici e ambienti che andrebbe con onestà  valutato per quello che può dare al 2013 e al 2015.   Si tratta comunque di evitare  l’avvio di stralci funzionali di progetti disegnati che di solito,  alle date previste degli stralci,   non hanno quasi mai  realizzato  una funzionalità pubblica dignitosamente utilizzabile  La pratica degli stralci ha reso grave danno al paese  con costruzioni incomplete per svariati anni  che peggiorarono e peggiorano  il contesto e il paesaggio. 
Su questo giornale ( 31.7. 2011)  un articolo di Aldo Aveta ha giustamente  messo l’accento sulla necessità di procedere con cautela e con sapienza nella redazione dei progetti di restauro per perseguire  la qualità come unica condizione di  successo delle iniziative  e delle realizzazioni.  Estenderei questa necessità anche ai restauri alla  Mostra d’Oltremare  sia in corso sia in relazione al suo uso quale sito del Forum.  Una  commissione comunale  istituita dall’assessore Belfiore elaborò  allora  ( marzo 2011) delle indicazioni  operative condivise dalla Regione ma oggi  nulla si sa delle scelte fatte .  
Sulla Mostra valgono  poi le stesse considerazioni che si fanno  per il Centro storico, anzi alla Mostra  va riservata se possibile un’attenzione uguale e diversa perché sono previsti  interventi  non solo  di restauro  ma anche di  riqualificazione e ristrutturazione che, per loro natura,  alterano l’equilibrio  architettonico e ambientale di questo  parco culturale del Novecento che ambisce  giustamente ad essere inserito nei siti Unesco.
Tempo addietro ebbi modo di fare, su questo giornale ( 11.9.010) alcune osservazioni circa i restauri e le ristrutturazioni in corso  alla Mostra, indicando i  rischi di una progettazione e realizzazione che non approfondisce abbastanza  il rapporto tra necessità attuali e  ed edifici originali. Interpretando il restauro del moderno come pratica poco scientifica e poco vincolata  all’originale. Fui rassicurato dal presidente dott. Morra sulle ottime intenzioni circa i restauri in corso con la supervisione della Soprintendenza;  ma oggi con il finanziamento di 40 milioni di euro per il Forum c’è bisogno innanzitutto di sapere  quali programmi sono stati approvati  da Comune e Regione  e quali messi in cantiere nell’area occidentale.  
Per noi il moderno a Napoli non è solo  villa Oro di Cosenza  ma anche la Mostra il cui peso urbano è di gran lunga maggiore.
Anche qui spezzettare interventi sarebbe molto dannoso. Cosa si potrà fare in 600 giorni della Torre delle Nazioni alla Mostra o dell’Ospedale della Pace  sul decumano non  è facile da  predire.  Ci auguriamo presto che si voglia ampliare la partecipazione a questo evento mondiale  rendendo noti i programmi e i progetti che ci riguardano come cittadini. 
(Repubblica Napoli  3.8.2011)